Sono ormai passati parecchi giorni dall’uscita di Hardy Heron, ho scelto di non parlarne subito perché ho preferito testare a fondo la distribuzione prima di condividere le mie impressioni sull’installazione e sull’utilizzo.
Ho installato Ubuntu 8.04 praticamente lo stesso giorno dell’uscita, avendo cura di creare un backup dei dati da Gutsy ed effettuando una installazione pulita. Il perché ripartire da zero è semplice: a mio parere il sistema di aggiornamento di Ubuntu non è in grado di portare a compimento in maniera corretta la mole di cambiamenti strutturali che comporta l’avanzamento di versione, in special modo quando si vanno a toccare componenti importanti del sistema.
Hardy è infatti ricca di succulente novità ed aggiornare da Gutsy mi avrebbe costretto a porre rimedio alle magagne che si sarebbero venute a creare, cosa che si è puntualmente verificata ad ogni passaggio di versione che in passato ho tentato di portare a termine. Sfiga? Sarà, comunque preferisco spendere il mio tempo in maniera più produttiva.
Quell’airone un po’ rauco
Tra le migliorie apportate c’è il nuovo gestore dell’audio, Pulseaudio, che sarebbe dovuto essere una vera rivoluzione nella gestione delle sorgenti sonore. Uso il condizionale perché purtroppo sembra non essere così. Pulseaudio in Ubuntu 8.04 è implementato solo in parte, non è ben integrato nel sistema e tra i pacchetti preinstallati mancano le applicazioni per il suo controllo, vanificando in parte l’utilità di avere un server sonoro così avanzato.
Inoltre sembra creare parecchi problemi quando si tenta di utilizzare stream da diverse fonti contemporaneamente, sonoro disturbato e ho avuto modo di vedere che non tutte le applicazioni sono completamente compatibili, in particolare il plugin Flash per Firefox che comunque è una ciofeca già di suo.
Vediamo allora come venirne a capo o quantomeno di trovare un compromesso accettabile.
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